La Psicoterapia

psicoterapia

Etimologicamente la parola Psicoterapia – “cura dell’anima” – riconduce alle terapie della psiche realizzate con strumenti psicologici quali il colloquio, l’analisi interiore, la relazione ecc., nella finalità del cambiamento consapevole dei processi psicologici dai quali dipende il malessere o lo stile di vita inadeguato, e connotati spesso da sintomi come ansia, depressione, fobie, ecc. A tal fine la psicoterapia si avvale di tecniche applicative della psicologia, dalle quali prende specificazione nei suoi svariati orientamenti teorici: psicoterapia psicodinamica, psicoterapia cognitivo-comportamentale, psicoterapia adleriana, psicoterapia ericksoniana, psicoterapia sistemica, psicosintesi, psicoterapia umanistica, psicoterapia con la procedura immaginativa ecc..
(wikipedia)

“La Psicoterapia è un processo interpersonale, consapevole e pianificato, volto a influenzare disturbi del comportamento e situazioni di sofferenza con mezzi prettamente psicologici, per lo più verbali, ma anche non verbali, in vista di un fine elaborato in comune che può essere la riduzione dei sintomi o la modificazione della struttura di personalità, per mezzo di tecniche che differiscono per il diverso orientamento teorico a cui si rifanno.” (U. Galimberti)

E’ sbagliato pensare che una psicoterapia debba per forza durare molti anni. A volte sono sufficienti pochi mesi per migliorare la propria qualità di vita e ottenere risultati soddisfacenti.

Metafora dell’Uomo Ricercatore (Kelly,1955)
G. A. Kelly nella metà degli anni 50, propone la sua metafora dell'”Uomo Ricercatore” del processo terapeutico: “..l’uomo sta alla propria mente, come lo scienziato alla sua terapia..”.
Il lavoro terapeutico è concettualizzato come processo di ricerca, svolto da un’equipe composta da due persone, nella quale paziente e terapeuta svolgono ruoli distinti e complementari di ricerca e di supervisione della ricerca.
Il paziente è l’esperto di se stesso: è l’unico ad avere la possibilità di un contatto diretto con le proprie sensazioni, emozioni, pensieri e desideri; il terapeuta è l’esperto del metodo, per cui il suo compito sarà quello di suggerire strumenti, procedure e tempi per orientare la ricerca.

Metafora della Base Sicura (Bowbly, 1988)
La psicoterapia è vista come una base sicura. La metafora viene inizialmente utilizzata da Bowbly nel 1988 per descrivere quel tipo di relazione fra il Bambino e le sue figure di attaccamento che gli permette una tranquilla esplorazione dell’ambiente, nella certezza di poter tornare e ritrovare un rifugio in caso di pericolo.
La sensazione di accettazione incondizionata e la possibilità di ricevere dal terapeuta una comprensione ‘calda’, possono permettere al paziente seduta dopo seduta, di costruirsi quella base sicura, così necessaria per crescere.

“Il setting in psicoterapia. Lo scenario dell’incontro terapeutico nei differenti modelli clinici di intervento” – Camillo Loriedo , Farida Acri – Franco Angeli, 2009.

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Stare bene vuol dire essere in armonia con se stessi – con il corpo e la mente – e con la realtà che ci circonda, provare piacere ed essere in contatto con sensazioni, emozioni e sentimenti

FIOR DI LOTO

Una delle analogie metafisiche più ricorrenti paragona la perenne crescita del loto, che innalza la sua immacolata bellezza al di sopra del fango, al processo evolutivo della coscienza umana, che attraverso il dominio delle passioni giunge alla totale liberazione dello spirito.
Il fiore di loto, è una delle piante acquatiche più belle. Nella tradizione indiana, questo splendido fiore, amato ed onorato dagli uomini, è ritenuto sacro.

Il fiore di loto è un fiore bellissimo che si può ammirare ovunque perché presente in tutto il mondo, ma la sua esistenza non è così facile e piena di bellezza come si potrebbe immaginare.
A differenza di tutti gli altri fiori, infatti, quando il loto inizia a germogliare, si trova sotto l’acqua sporca di laghi o piccoli stagni, circondato da fango e melma e tormentato da pesci e insetti.
Nonostante queste condizioni, il fiore di loto si fa forza e, crescendo, sale verso la superficie dell’acqua. E’ ancora solo un gambo con alcune foglie e un piccolo baccello. Col tempo lo stelo continua ad allungarsi ed il baccello lentamente emerge dall’acquitrino. E’ allora che il loto comincia ad aprirsi, petalo dopo petalo, nell’aria pulita e nel sole. Il fiore di loto è pronto per appagare gli occhi di tutto il mondo.
Nonostante sia nato in acque torbide, scure, dove la speranza di una vita bella sembra lontana, il loto cresce, supera le avversità e, ironia della sorte, quella stessa acqua sporca che lo ha visto germogliare si pulisce man mano che esso emerge.
Quando il loto si apre, non una macchia di fango o sporcizia rimane esternamente. All’interno poi non vi è traccia dell’acqua di provenienza. E’ puro, luminoso e bello.
Esso cresce dal fango, nell’acqua, tuttavia resta incontaminato dall’acqua. Ed è simbolo di trasformazione: il fango si trasforma nel fiore più bello e fragrante che questo pianeta conosca
Osho